Pro Loco di Scano di Montiferro



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Il paese



Scano di Montiferro è un comune italiano di 1.592 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna.

Scano si trova a 385 metri sul livello del mare nella subregione del Montiferru e fa parte della diocesi di Alghero-Bosa.

Il paese è situato in prossimità della costa centro-occidentale della Sardegna (Italia),ai piedi della catena montuosa del Montiferru, a circa 380 metri sul livello del mare. Dista 65 km da Alghero, 18 km da Bosa, 18 km da Macomer e 50 km da Oristano. Il clima è umido temperato. L'abitato è situato a ridosso dei colli di San Giorgio, Santa Croce, Iscala rubja e del promontorio di Monte Ruinas.

Nel territorio comunale sono da ricordare le sorgenti di Sant'Antioco che forniscono l'acqua potabile a numerosi paesi del circondario. Sono tra le più grandi della Sardegna, con una portata d'acqua che, in inverno e in primavera, raggiunge i 200 litri al secondo.

Merita un particolare approfondimento la chiesa rurale di Sant'Antioco, ubicata a circa 6 km dal Comune. La chiesa fu costruita probabilmente nel 1636. L'edificio è a pianta rettangolare, ad aula unica, affiancato sulla sinistra dalla sacrestia e su entrambi i lati dai "pendentes" o "pennentes", piccoli ambienti la cui funzione fu quella di ospitare pellegrini e devoti che desideravano soggiornare nella località durante il periodo della novena e della festa del Santo.

La facciata della chiesa, a capanna, ha la parte centrale, in cui si apre il portale, in pietre squadrate lasciate a vista, e un coronamento a cornice alle cui estremità sono inseriti due acroteri a forma piramidale. Al centro è conclusa da un campanile a vela.

Sopra il portale si apre una grande finestra rettangolare, unica fonte di luce per la chiesa. L'edificio ha copertura in legno a due spioventi, su archi a tutto sesto, in pietra a vista. Il pavimento è in lastre di trachite.

Pur essendo una chiesa campestre, rispetto alle altre presenti nel territorio di Scano Montiferro ha struttura più elaborata, forse perché la devozione al Santo in essa venerato, che attirava grande folla anche dai paesi del circondario, aveva generato il bisogno di ingrandire la chiesa con l'annessione dei sopra indicati "pennentes".

Ancora oggi centinaia di fedeli provenienti da Scano e da tutto il circondario, pregando devotamente Sant'Antioco gli chiedono la grazia di ottenere la guarigione e il conforto nella sofferenza. Nel presbiterio quadrangolare è ubicato l'altare ligneo acquistato nel 1848 dalla chiesa bosana di Santa Croce per il prezzo di 15 lire. Recentemente restaurato (nel 1999, ma non a regola d'arte in quanto l'operazione ha fatto perdere la doratura dei fregi floreali in oro zecchino su sfondo blu cobalto dando al monumento un aspetto monocromatico color legno con sfondo tendente al verde con venature finto marmo. Inoltre è stato privato del sima, cioè del cornicione terminale soprastante, per cui oggi l'altare appare incompleto...), esso è adibito ad ospitare la statua del Santo che viene portata in processione dal vicino paese di Scano nelle località campestre due volte all'anno, in occasione delle feste che si svolgono il secondo lunedì dopo Pasqua e l'ultimo lunedì di agosto (ovvero il secondo lunedì dopo ferragosto), ma su questa data è ancora oggi in corso una discussione se si debba prendere in considerazione l'ultimo lunedì,festa del santo o l'ultima domenica,giorno in cui, una volta, veniva trasportato il simulacro dal paese alla chiesa di campagna per la celebrazione della festa.

In assenza della statua l'altare ospita una tavola dipinta ad olio con l'effigie del Santo, opera del pittore svizzero Emilio Scherer che soggiornava a Bosa verso la fine del XIX secolo.

Il culto di Sant'Antioco è molto antico ed ebbe un enorme impulso dopo il ritrovamento delle reliquie del Santo avvenuto nell'isola di Sant'Antioco il 18 marzo 1615 per opera dell'arcivescovo di Cagliari, monsignor Francesco d'Esquivel. Il Santo, originario della Mauritania (regione dell'Africa settentrionale), venne fatto esiliare dall'imperatore Adriano nell'isola di Sulci (odierna Sant'Antioco di Sulcis) in quanto professava la fede cristiana e si rifiutava di adorare gli dei pagani.

Qui egli esercitò la sua attività di medico operando nello stesso tempo molte conversioni. La tradizione vuole che Antioco morisse il 13 novembre dell'anno 127.

Grazie al gesuita scanese Salvatore Pala, docente di matematica e teologia all'Università di Cagliari, Scano ebbe la fortuna di avere nello stesso anno del ritrovamento delle reliquie una vertebra del santo, e fu proprio questa circostanza a far nascere l'idea della costruzione di una chiesa in suo onore in un territorio ricco di acque, dalla rigogliosa vegetazione, e che inoltre presentava il vantaggio di trovarsi a poca distanza dal paese.







 

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